Comune di Blenio
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Torre

GEOGRAFIA

Torre si trova a circa 800 m.s.m, all’inizio dell’Alta Valle di Blenio. L’origine del nome è legato al castello di Curterio fatto costruire sul colle di Ingerio da Alcherio da Torre, dopo essere fuggito da Serravalle, distrutto dai Bleniesi. Il castello serviva a controllo e difesa della via di transito del Lucomagno. È sotto queste mura e torre, che fu sugellato il Patto di Torre nel lontano 1182, in presenza del sig. Arciprete del Duomo di Milano, e che costituì il documento in cui bleniesi e leventinesi testimoniavano della loro volontà di rimanere liberi, senza giurisdizione altra se non quella dei milanesi. Il castello fu distrutto dai valligiani ed è nel 1951 che si fece riemergere il perimetro delle mura che cingevano il castello, il quale nel tempo era stato sommerso dalla natura. Sul colle esiste ancora l’oratorio dedicato a San Salvatore edificato tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento.

LA FABBRICA DI CIOCCOLATO "CIMA NORMA"

Alcuni discendenti da una stirpe di cioccolatieri bleniesi, Ernesto Cima di Dangio e i suoi fratelli, costruirono nel 1903 la “Fabrique de Chocolat Cima”, prima industria beniese, la quale diede lavoro (nei momenti di maggior produzione) a oltre 300 persone pressoché tutte bleniesi, ma anche provenienti dal Sottoceneri e dall’Italia (che alloggiavano in case o nell’infrastruttura messa a disposizione dalla direzione). Un anno dopo l’alluvione del 1908, i fratelli risorsero la centrale elettrica, ricostruirono il ponte danneggiato e rimisero in funzione la fabbrica di cioccolato, la “Cima Frères”, ampliata grazie all’acquisto dei caseggiati della fabbrica di birra “San Salvatore”. Giuseppe Pagani di Torre, rientrato nel 1904 fu tra i promotori della ferrovia Biasca-Acquarossa e nel 1913 acquisì la fabbrica Cima e ritirò un anno più tardi i macchinari della fabbrica Norma di Zurigo, da dove la nascita del nome della fabbrica di cioccolato Cima Norma. Nella notte del 4 e 5 novembre 1915 un incendio distrusse l’edificio, che negli anni 1919-1920, Pagani ricostruì e ampliò. Nel 1939 morì Pagani al quale subentrarono i generi Francesco Antognini e Luigi Ferrazzini. Grazie ai contratti stipulati con le grandi cooperative di consumo -ma anche ai piccoli negozi-, ai macchinari d’avanguardia introdotti progressivamente, alla manodopera locale e alla ferrovia in valle, la fabbrica Cima Norma conobbe sin dagli inizi un forte e veloce sviluppo imponendosi anche sul mercato nazionale. Questo sviluppo continuò anche dopo la seconda guerra mondiale, che trovò il suo apice negli anni ’50 e ’60, dove erano impiegati nel 1962 ben 330 operai, di cui la maggioranza donne. Una spietata concorrenza, la conseguente disdetta di molti contratti con le grandi cooperative e vari episodi, costrinsero la Cima Norma alla definitiva chiusura nel 1968. Oggi è aperta al pubblico per visite su richiesta, e mette a disposizione i suoi locali per le feste del paese e per i bisogni di artigiani e ditte locali; inoltre accoglie al suo interno alcuni loft. La recente acquisizione dell’infrastruttura e le iniziative promosse al suo interno fanno pensare che la Cima Norma è destinata a ridare alla Valle quanto ha saputo offrire nel passato dal punto di vista economico e sociale.

GRUMO

La località di Grumo, frazione di Torre, fu comune piccolo e autonomo fino al 1928 e con il minor numero di abitanti fino al 1980 (attualmente è Largario ad avere il primato). Anche Grumo visse a più riprese alluvioni di ampia portata, di cui una nel 1868. Si ricorda la fabbrica di rastrelli fondata verso il 1850 da Francesco Protti, un’attività in linea con la tradizione rurale che permise alla famiglia di non abbandonare la valle. Martino De Rossi è un altro personaggio noto, cuoco a partire dal 1450 alla corte delle nobili famiglie lombardi, come gli Sforza e i Visconti. Negli ultimi anni a far proseguire la vita della piccola frazione sono arrivate giovani famiglie.

ALTRE CARATTERISTICHE SOCIO-CULTUTALI

Sul territorio di Torre sono presenti la fabbrica di birra “San salvatore” fondata nel 1879 da Pietro Brunetti di Aquila ed attiva fino al 1905, e la “Stazione elettrica Cima” costruita al posto di un mulino del XVIII secolo e inaugurata nel 1903 dai fratelli Cima; Torre e Dangio furono i primi paesi ad usufruire dell’energia elettrica, in questo caso grazie allo sfruttamento dell’acqua del torrente Soia.
Non va dimenticata la chiesa parrocchiale di Santo Stefano che risale al Duecento e che fu rimessa a posto, a seguito di un incendio, nel 1732. Una lapide all’entrata ricorda il Patto di Torre del 1182, e si racconta che nella ricostruzione della chiesa e del suo campanile dell’epoca romanica, furono adoperate le pietre del Castel Curterio.
La scuola fu situata nella Casa Comunale a partire dal 1902, mentre prima si andava a Grumo o a Dangio, o in locali privati del parroco.

SITUAZIONE SOCIE-ECONOMICA: ACCENNI DEL PASSATO E DEL PRESENTE

Se va sottolineata la presenza a fine Ottocento sul territorio di ben trenta aziende agricole familiari, l’economia del quartiere si contraddistinse negli anni seguenti dagli altri ex-comuni (più indirizzati all’agricoltura e alla pastorizia) per la sua vocazione industriale che ha permesso ai suoi abitanti di godere di privilegi economici non accessibili ad altri comuni. A testimoniare del benessere sono alcune ville borghesi costruite a inizio secolo, come Villa Rosa, Villa Lina e la Casa Comunale, nonché il ristorante Greina sorto a inizio paese. Negli anni ’40 sono costruite anche le due ville più importanti, Villa Antognini e Villa Ferrazzini, dai proprietari della Cima Norma. Con la fabbrica di cioccolato il numero di abitanti passò da 100 abitanti a 256 nel 1920, aumentando fino al 1960 con 313 abitanti. Questo sviluppo demografico fu unico in Valle di Blenio. La crisi degli anni ’60 fece scendere il numero fino ad arrivare a 229 abitanti nel 1970, il quale aumentò inseguito; attualmente a Torre si contano più di 300 abitanti.
Il quartiere si suddivide in tre nuclei principali. Il nucleo vecchio si situa a sud della parrocchiale, a nord la zona sviluppatasi negli anni 1940-60, mentre in collina è situato il nucleo più recente con la presenza di nuove case monofamiliari.
Di recente sul territorio di Torre è stata costruita una discarica per materiali inerti in località Crènn-Prato, di interesse regionale.

Fonti

  • Luca Solari. 
Blenio: una valle a confronto. Ed. Salvioni, Bellinzona 1998
  • Leopoldo Pagani. Memorie di un bleniese. Ed. Armando Dadò, Locarno, 1992
  • Federico Bruni. I cioccolatieri. Istituto Editoriale Ticinese, Bellinzona-Lugano, 1946

 

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