#: locale=it ## Tour ### Description ### Title tour.name = VBlenio-Blenio ## Skin ### Button Button_25BCBB43_058E_5564_417B_C3675DB9EEE7.label = Mostra/nascondi hotspots Button_29327A60_3F0A_CA82_41CE_2097A725FB66.label = Visualizza/nascondi cartina Button_2A4380EF_3F0A_379E_41AD_6B1F811417E5.label = Visualizza/nascondi cartina Button_2A51D2F4_3F0A_3B82_41B4_F2B0C38FA374.label = Visualizza/nascondi cartina Button_2A6F9CD1_3F0A_CF82_41A0_67C2BB3E3DB6.label = Visualizza/nascondi cartina Button_2A743EF9_3F0A_CB85_41C8_5B42A1C77D27.label = Visualizza/nascondi cartina Button_2AA554D6_3F0A_3F8F_41BE_7BE1A6F99772.label = Visualizza/nascondi cartina Button_2AC57DD4_3F0A_C982_41BC_5DA2906D1B35.label = Visualizza/nascondi cartina Button_2AE17B25_3F0A_CA82_41BB_4B93853F40F4.label = Visualizza/nascondi cartina Button_B9E31CF8_9AC0_93AB_41E0_DC6B210D1317.label = Panoramica Sotto Sosto Button_C374C3D4_E000_E780_41EB_AD01E7BA5CF4.label = Panoramica Sopra Sosto Button_DE3205EE_D103_C051_41E7_3C7FF3D9515D.label = Visualizza/nascondi cartina Button_DE9841FD_D101_4033_41E3_7421AD66C625.label = Info ### Multiline Text HTMLText_000E3C3E_1F7D_187D_41A6_EDE22B8BB8F4.html =
Chiesa parrocchiale
di S. Stefano



L'originario edificio a due navate, citato nel XlII sec., di cui sopravvive lo slanciato campanile romanico prob. risalente al XII sec., fu sostituito nel 1732 dall'attuale costruzione barocca a navata unica con coro poligonale.


Interno coperto da volte a botte lunettate.


Nel coro: dipinti murali di Emilio Ferrazzini, 1937, raffiguranti scene della vita di S. Stefano, Cristo benedicente e angeli; altare maggiore in marmi policromi con tempietto neoclassico e statua lignea dell'Addolorata di Pietro Viganò, 1778.


Nelle due cappelle semicircolari antistanti il coro: a des.. tela con la Deposizione e santi, XVII sec.; a sin., statua lignea della Madonna, XVII sec. affiancata dai Misteri del Rosario dipinti su tondi lignei, XVII•XVIII sec.


In navata: strappo di un affresco votivo della Madonna col Bambino proveniente dalla casa Peduzzi; tele raffiguranti la Vergine Annunciata e Gabriele, seconda metà XVI sec., Angelo custode, XVIII sec., Cristo nell'orto e la Samaritana al pozzo, opere manieristiche, 1600 ca. Nicchia battesimale con fonte cinquecentesco sormontato da un coperchio ligneo a tempietto.





Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), pp. 95-96, Edizioni Casagrande, 604 pagine





HTMLText_021ECEDC_13D2_8E83_418C_1FD87B6D588B.html =
Cima Norma



Nel piccolo villaggio di Torre (800 m. s/m), Val Blenio, valle laterale alla Leventina, la tradizione dei "cioccolatiere" è di vecchissima data. Documenti del secolo scorso testimoniano come nei mesi invernali si emigrasse per esercitare il "mestiere del cioccolatiere". Dalla Valle di Blenio partirono famiglie che con la loro tenacia ed abilità seppero fondare delle prospere industrie cioccolatiere. Citiamo i Maestrani, a Lucerna prima ed infine a San Gallo, i Cima con fabbriche a Nizza ed a Milano.


La storia della Cima Norma è anch'essa legata a questa tradizione. Alla fine del secolo scorso, sul confine tra Dangio e Torre fu fondata una birreria (1882) che però ebbe vita brevissima. Dopo pochi anni di attività "i diritti" vennero rilevati dalla Birra Bellinzona e la "Birreria San Salvatore" chiuse i battenti.


All'inizio del secolo (1903), nacquero contemporaneamente due iniziative industriali. La prima fu la costruzione di una centrale elettrica che servì ad illuminare i paesi di Dangio, Torre ed in seguito Aquila. La seconda, sempre nel 1903, su iniziativa dei fratelli Cima di Dangio, ma provenienti da Nizza, fu la costruzione di una "Fabrique de Chocolat Cima". Nella notte del 28-29 agosto 1908 la fabbrica venne distrutta dal fiume Soja ingrossatosi per un devastante nubifragio. I fratelli Cima con coraggio ricostruirono lo stabile e ripresero la produzione. Le difficoltà finanziarie da superare erano molte. In loro aiuto venne il sig. Giuseppe Pagani che con la sua tenacia si era fatto un'importante posizione a Londra nel ramo della ristorazione. In effetti egli era proprietario dei famosissimo ristorante Pagani's, a Great Portland Street, a London W.I., frequentato da tutti "i politici ed artisti che contavano in quel tempo".


Il sig. Pagani fu talmente coinvolto negli affari della Cima SA che nel 1913 la Famiglia Cima cedette a lui tutte le azioni, lasciandolo quale unico proprietario di tutta la Fabbrica.


Nel mese di marzo 1914 la Cima SA rilevò dall'ufficio esecuzioni e fallimenti di Adliswil (ZH) la Fabbrica di Cioccolato "Norma" a Zurigo, diventando cosi l'attuale Cima Norma SA. Ritirando il macchinario ed il mobilio il sig. Pagani ebbe così la possibilità di ingrandire la fabbrica.


Nella notte del 4-5 novembre 1915 il reparto tostatura del cacao, situato nel solaio dello stabile, prese fuoco.


In poco tempo l'incendio si propagò al resto del fabbricato rovinando in parte anche i piani inferiori. Grazie al coraggio del sig. Pagani la fabbrica fu ricostruita ed ulteriormente ampliata. Il sig. Pagani riuscì ad acquistare la fiducia di importanti clienti fabbricando con i loro marchi. Ricordiamo la Coop, la Volg e l'Usego. A lato di essi si sviluppò pure il proprio marchio "Norma".


Così la Fabbrica di cioccolato Cima Norma continuò a prosperare ed ingrandirsi continuamente sia come superficie che per numero di dipendenti. Alla morte del Sig. Giuseppe Pagani, avvenuta nel dicembre 1939, quali direttori generali subentrano i generi sig. Dr. Francesco Antognini e il sig. ing. Luigi Ferrazzini.


Subito dopo la guerra gli affari si svilupparono ulteriormente e la Cima Norma SA raggiunse negli anni 50'-60' l'apice della produzione: 1500 tonnellate di cioccolata prodotta e 340 fra operai/e impiegati/e occupati.
La Direzione rinnovò in maniera drastica il macchinario acquistando macchine per quel tempo rivoluzionarie quale "l'Automolda", che dalla massa liquida di cioccolato dopo 35 minuti di lavorazione, stornava le tavolette pronte. Un'altra macchina rivoluzionaria acquistata dalla Cima Norma a quel tempo, fu la "Cavemile”.


A metà degli anni Sessanta nacquero diverse nuove industrie cioccolatiere. Le Cooperative nell'agosto del 1966, disdirono dopo quasi cinquant'anni di stretta collaborazione, i contratti con la Cima Norma SA. Il colpo non poteva che essere mortale. Le famiglie azioniste responsabili, nel difficile momento non si diedero per vinte e pensando che la fabbrica potesse essere salvata, intrapresero una febbrile ricerca di nuovi clienti sia in Svizzera che all estero. I risultati ci furono, ma non però sufficienti a salvare la fabbrica che, il 31 luglio 1968 dovette chiudere definitivamente le porte e smettere con la produzione.


L'azionariato fece veramente di tutto, sia dal punto di vista umano che finanziario, per poter continuare l'attività. La situazione economica era però tale da non permettere nessuna soluzione.


Dopo la chiusura furono venduti i macchinari, la materia prima fu in parte pure venduta o ritirata a prezzi di mercato da altri fabbricanti di cioccolato Svizzeri.


I locali furono in parte trasformati in accantonamenti militari o messi a disposizione per attività artigianali o "lofts".


Attualmente lo stabile è, dal punto di vista dell'archeologia industriale, molto interessante. La difficile ubicazione della fabbrica, spiega i problemi che si dovettero affrontare nonostante l'abbondanza, per quel tempo, di manodopera e fonti di energia. La fabbrica disponeva di ben due centrali elettriche.


Anche per gli operai durante gli anni della sua attività, la Cima Norma fece molto, esempio le case per operai o il "pensionato" per le operaie, dove le stesse imparavano dalle Suore non solo il lavoro casalingo, cucinare, cucire, rigovernare, ma anche "le belle maniere".


La Fabbrica era tutto un mondo a sè dove non solo si lavorava ma anche si viveva. Nella stessa si parlava un linguaggio tutto speciale derivante dal francese. In effetti tutti i reparti erano denominati in francese, come pure le macchine. Questa particolarità è stata anche oggetto di studio da parte del Dr. Mario Vicari in Documenti Orali della Svizzera Italiana, Valle di Blenio, Dipartimento dell'istruzione, Bellinzona 1992.
Gli stabili, dal punto di vista dell'archeologia industriale sono interessanti e possono essere visitati.




Fonte:
Carlo Antognini – Torre




HTMLText_028E43D9_13D1_9685_41A2_67219747F425.html =
Chiesa parrocchiale
di S. Vittore Mauro



Imponente edificio barocco a navata unica con coro rettangolare.
Sul fianco N s'innalza il campanile di gusto romanico terminato nel 1641.
Nel prospetto S della navata sono visibili resti della chiesa romanica menzionata nel 1213: la lunetta di un portale e una specchiatura con tre archetti.
Al fianco S è addossata la scuola del Rosario, a N la scuola del S. Sacramento.
Sul sagrato sorgono l’ossario, la colonna cimiteriale di Pietro Peduzzi, 1733, e una cappella della Via Crucis con un affresco parzialmente conservato della Pietà, di Carlo Martino Biucchi, 1740-50 ca.
Importanti lavori di trasformazione negli anni 1728-30 su progetto di Giandomenico Frasca comportarono l'inversione dell'asse della chiesa, in origine orientata.
Facciata principale con portale del 1730 e affreschi di C. M. Biucchi, 1732, raffiguranti S. Vittore a cavallo, fiancheggiato dalla Fede e dalla Carità, e i SS. Giuseppe, Pietro, Giacomo e Carlo Borromeo.
Sul fianco S della navata: portale con battenti lignei intagliati di gusto popolare, 1654; nella lunetta romanica, affresco dell'Imago Pietatis, 1502; nella specchiatura soprastante, dipinto frammentario della Deposizione, XVII sec.
Ampia navata voltata a botte con due coppie di cappelle laterali. Decorazione pittorica di Tommaso Calgari, 1870.
Altare maggiore con tempietto neoclassico in stucco lucido di Antonio Silva, 1798; paliotto in marmi policromi di Antonio Rossi detto il Provino, 1741. Paliotti di simile fattura si trovano anche nelle cappelle laterali.
Stalli di un artigiano locale, XVIII sec.
Sulla trave dell'arco trionfale: crocifisso ligneo, prob. XV sec .
Nella seconda cappella sin.: statua della Madonna del Rosario, 1751; sull'archivolto, tele dei Misteri del Rosario di Giovanni Moroso, 1736.
Nella cappella di S.Antonio da Padova, seconda a des.: sui piedritti dell'arco, dodici tele con scene della vita del santo, XVII sec; piccola vetrata in grisaglia con S. Vittore a cavallo, seconda metà XVI sec.
A fianco, nella cappella dei SS. Rocco e Sebastiano: ancona lignea contenente una pala raffigurante la Crocifissione con i SS. Rocco, Ilario, Vittore e Sebastiano, del grigionese Kaspar Steiner, 1730; vetrata colorata della Madonna col Bambino, inizio XVI sec. Di K. Steiner sono prob. anche la pala d'altare della cappella di S. Antonio e quella dell'Angelo custode nella prima cappella sin.
In navata: tele della Trinità con santi e angeli. 1570 (copia dalla silografia di Albrecht Durer, 1511) e dell'Immacolata con due angeli e i SS. Giovanni e Luigi Gonzaga, di Carlo Domenichetti,1748.






Fonte:
autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), pp. 96-97, Edizioni Casagrande, 604 pagine



HTMLText_075A874D_1EFF_E81C_41A4_567E7F9007C8.html =
Torre
(Testo antecedente alla fusione dei Comuni)


Appunti storici e geografici


Torre. Il nome della località ha sovente indotto ad una sua lettura come indizio dell'esistenza di un importante edificio eretto a controllo e difesa della via di transito per il valico del Lucomagno, e legato alla residenza dei da Torre, potenti signori feudali e proprietari terrieri nella valle.
L'ipotesi è avvalorata dai resti di fortificazioni ancor oggi visibili sul costolone morenico di lngé [36], e soprattutto dall'ormai celebre testimonianza del patto giurato del 1182 [37]: spia di un momento importante della storia locale e regionale, il documento costituisce il simbolico suggello di una relativa autonomia della valle, verosimilmente organizzata in una originaria comunità, matrice delle singole vicinie [38].
Quelle di Torre, Grumo e Lottigna sono attestate all'inizio del Trecento [39] : le tre terre sono altresì riunite in una medesima parrocchia fino alla separazione di Lottigna nel 1555 [40]. Alcuni anni più tardi, nel corso dell'ultima visita pastorale nelle Tre Valli, San Carlo Borromeo «definisce una questione vertente tra Torre e Grumo con Lottigna» [41]. Gli atti delle visite di S. Carlo e dei suoi successori, conservati nel fondo delle «Tre Valli svizzere» dell'archivio arcivescovile di Milano [42], recano alcune notizie interessanti per il periodo balivale, altrimenti assai povero di testimonianze: nel 1567, ad esempio, si contane 20 fuochi a Torre e 13 a Grumo; nel 1682 la parrocchia conta 176 anime [43].


Fino ad un passato recente, la produzione silvo-pastorale e agricola è predominante fra le attività della popolazione della valle; di minore importanza il commercio legato alle correnti di traffico per il Lucomagno [44].


A metà Ottocento si contano a Torre 46 vacche, 116 capre, 41 pecore e 15 maiali [45]. È un'economia di sussistenza che sfiora il punto critico in una situazione di lenta e costante crescita demografica.


Così ben presto si manifesta anche per Blenio il fenomeno dell'emigrazione periodica verso le città della pianura, caratteristica 'valvola di scarico' di numerose valli dell'arco alpino. Dei facchini e vinai bleniesi attivi a Milano già nel sedicesimo secolo ci rimane la singolare testimonianza dei Rabisch [46]; a metà del Settecento l'emigrazione costituisce una delle caratteristiche principali della valle, rilevata con curiosità dai viaggiatori d'oltralpe [47].


Con l'importazione e la diffusione del cacao dalle Americhe i bleniesi acquisiscono una particolare specializzazione e fama come cioccolatieri, dapprima artigiani ambulanti, poi titolari di piccole e medie industrie, passando a un'emigrazione permanente e spostando le mete in varie città e nazioni europee e d'oltremare [48].


Da Torre nell'Ottocento gli emigranti si dirigono in gran parte verso l'Inghilterra, lavorando come cioccolatieri o impiegandosi come personale d'albergo [49].
Il rimpatrio di uno di essi segna un capitolo importante nella storia del paese e della valle. Rientrato a Torre da Londra sul finire dello scorso secolo con una considerevole fortuna, Giuseppe Pagani
rileva la piccola fabbrica di cioccolato dei fratelli Cima di Dangio e in pochi anni, con rara intraprendenza industriale, ne fa uno degli elementi portanti della economia locale.
L'industria dà lavoro a varie centinaia di persone, fatto quasi eccezionale a queste latitudini, e modifica sensibilmente la situazione demografica di Torre: tra il 1888 e il 1920 il numero degli abitanti passa da 136 a 256; l'inizio di un flusso immigratorio in paese coincide con la fine
dell'emigrazione dalla valle.
È una situazione che si riflette nei nomi e soprannomi di famiglia legati alle abitazioni del vecchio nucleo del paese (zona 1 del presente repertorio), dove accanto alle schiatte patrizie (Pagani e
Torriani) [50] si legge una forte presenza di famiglie dangesi (Allegranza, Bassi, Bruni, Cima,
Morosi) [51] e poi di immigrati da varie parti del cantone, dalla Lombardia, dall'Italia settentrionale.


A quegli anni risale la fusione di Grumo, che conta il minor numero di abitanti in tutto il cantone, con il prosperoso comune di Torre: la ricchezza del paese è proverbiale in tutta la valle, i sciuri da Tur sono detti gli abitanti.


Oggi il comune sembra aver smaltito il trauma non indifferente della cessazione, forse evitabile, dell'attività della Cima-Norma nel 1968. Recenti statistiche socioeconomiche pongono Torre leggermente al disopra della media dei comuni bleniesi e delle Tre Valli [52], in una regione notoriamente dissanguata da un lento spopolamento e dalla cronica fragilità e arretratezza di un'economia fortemente dipendente dall’esterno.




Fonte:
Vittorio F. Raschèr e Mario Frasca - Repertorio toponomastico ticinese, I nomi di luoghi dei Comuni Ticinesi, Torre - a cura del Centro di ricerca per la storia e l’onomastica ticinese dell’Università di Zurigo (CRT), pp. 15-17.



HTMLText_10CF3029_0420_2F12_4154_ACE04D884EB6.html =
Olivone
(Testo antecedente la fusione dei Comuni)


[…]
Dalle origini al secolo XIX


Olivone, villaggio politicamente ed ecclesiasticamente autonomo fino al 2006, era il nome del comune prima che le frazioni costituenti confluissero nel comune denominato Blenio. Venendo a decadere il nome del comune verrebbe a scomparire la designazione nota ben oltre i confini della Valle e del Cantone; per questo, pur non esistendo alcuna frazione nominata «Olivone», l’Inventario ritiene di dovere mantenere il nome accostandolo a quello di Chiesa e di Solario, frazioni qui rilevate.
Le prime attestazioni dell’insediamento risalgono al 965 e i primi statuti comunali sono datati 11 dicembre 1214. Con le sue ex frazioni costituiva una Vicinia citata già nel 1136; nel XII secolo comprendeva Campo Blenio e Largario che ancora oggi appartengono ad un unico Patriziato generale. Antiche denominazioni furono «Alivono» nel 1136, «Rialo» nel 1478, «Rivolio» e «Arivolio» nel 1577. La denominazione locale è Rivöi in quanto insediamento rivierasco di un lago un tempo esistente.
L’importanza dell’insediamento da tempi antichi è legato alla sua posizione lungo la strada che proprio a Olivone si divide in un ramo per il passo della Greina e uno per il Lucomagno, particolarmente importante quest’ultimo prima dell’apertura del Passo del S. Gottardo e che ricalca il tracciato di una strada romana.
Sulla strada del Passo sorgevano vari ospizi dipendenti dall’Ospedale Maggiore di Milano.
Il villaggio aveva propri statuti giuridici e un proprio sistema di misura; nel 1213 i suoi abitanti insieme con quelli di Aquila si sollevarono in nome della loro autonomia contro Rodolfo De Orello, vicario di Blenio. Sconfitti, furono obbligati al pagamento di una forte multa.
La plurisecolare dipendenza da Milano e la continuità territoriale con quel Ducato, favorirono l’emigrazione delle popolazioni locali verso la Lombardia dove si diffuse ampiamente il cognome Solario, là importato oltre che da Olivone, anche da Carona e da altri villaggi del Ticino.
È pensabile che il nucleo originario sia sorto in relazione con la chiesa di S. Martino [..], santo caro ai Franchi, attestata già dal secolo XII e indipendente fino ad allora dalla chiesa battesimale di Biasca, al tempo chiesa principale del territorio di Blenio e della Riviera. Dell’antico edificio romanico resta il campanile di notevole altezza con monofore nei piani più bassi e quindi bifore e trifore all’ultimo piano sotto la copertura a piramide. L’edificio della chiesa attuale è il rifacimento della metà del XVII secolo di quello romanico al quale appartengono ancora, probabilmente, le finestre termali in facciata. Dopo che la Valle cadde nel corso del secolo XVI in mano ai Cantoni di Uri, Svitto e Untervaldo, la dipendenza ecclesiale continuò ad essere quella da Milano.
Il nucleo di Solario [..] doveva probabilmente coesistere con quello di Chiesa, cresciuto anche sulla stessa direttrice. Peraltro, vi si avvertono ancora numerose tracce di epoca medievale, compresi resti stinti di antichi affreschi sulle case. La cappella di S. Maria Maddalena [..] risale al 1611. Un’altra cappella, dedicata a S. Giuseppe, si trova all’interno dell’area cimiteriale [..], contenente anche opere dello scultore Vincenzo.



Il secolo XIX e il confronto della Carta Siegfried con la situazione attuale


Solo con la realizzazione delle strade circolari nella prima metà del secolo XIX e, quindi, del tracciato della cantonale, si ebbe la crescita lungo strada [..], contestualmente al nascente turismo. La particolare buona esposizione del villaggio, la ricchezza paesaggistica di un’ampia conca con la sottolineatura della cima del Sosto, la quota del villaggio di quasi mille metri, la vicinanza delle ‘Acque rosse’, già note dal Settecento, prima della realizzazione degli impianti termali di Acquarossa agli inizi del secolo XX, misero Olivone in una condizione favorevole per attirare turisti. Vi sorsero così, dimore e alberghi di notevole importanza e sanatori.
La dimora più imponente del villaggio di tale epoca di sviluppo, il Centralone [..], venne edificata nel 1839 dal politico Carlo Poglia che prevedeva di farne la residenza estiva del Governo cantonale. Le mura di cinta all’ampio parco, l’edificio comunale del 1873 [..] e il palazzo Piazza del 1867 [..] delimitano insieme un punto cruciale tra lo sviluppo lungo la cantonale e il tracciato che prosegue intorno al nucleo fino alla parrocchiale. Sia lungo il percorso interno che nel tratto della cantonale a sud del detto Palazzo Piazza, sorsero ancora nel corso dell’Ottocento varie dimore, alcune di notevole pregio e imponenza e con caratteri di villa e edifici di servizi al turismo.
L’attività turistica andava ad aggiungersi all’economia tradizionale agricola e dell’allevamento cui si accompagnava la produzione di formaggi, ma anche a quella legata ai trasporti, ai passaggi delle merci e viaggiatori e all’emigrazione periodica o definitiva verso Lombardia, Francia, Inghilterra e il resto della Svizzera.
La realizzazione delle vicine Terme di Acquarossa accrebbe la vocazione turistica del villaggio e, a mano a mano, lungo la cantonale si aggiunsero altre dimore.
Il foglio 504 della Carta Siegfried datato 1872 riporta una situazione nella quale le frazioni di Chiesa, Solario, Marzano, Sallo sono assolutamente staccate per l’interporsi dello spazio agricolo; poche le costruzioni lungo cantonale, particolarmente verso sud. La carreggiabile si conclude a Marzano e continua verso Campo Blenio solo come sentiero. Il ponte di attraversamento del Brenno in direzione del Lucomagno sembra occupare la stessa posizione di oggi [..].
Sembra esistessero già costruzioni all’interno del piccolo insieme lungo strada [..].
La grande crescita edilizia, che ha fatto sì che scomparissero i confini tra nucleo e nucleo, è da ricondursi alla seconda metà del secolo XX [..]. La riva sinistra del fiume [..] che già conosceva un aggregato abitativo e di servizi a testa di ponte [..] ha visto sorgere a circa metà secolo XX un lazzaretto militare fatto di baraccamenti in legno [..], oggi centro di vacanze per colonie estive. Questa riva si sta oggi specializzando come terreno di crescita e sviluppo di attività artigianali.
Di Olivone erano originari lo statista Vincenzo d’Alberti (1763–1849), figura di primo piano nel nascere del Cantone e ispiratore della prima Costituzione, al quale dedicò una scultura Vincenzo Vela, e il famoso giurista e politico Plinio Bolla (1859–1896) del quale un busto è posto in un’aiuola antistante l’edifico del comune.



L’insediamento attuale - Relazioni spaziali fra le parti


L’edificazione storica è situata sulla sponda sinistra del Brenno della Greina [..] subito a monte del punto di confluenza di questo nel Brenno del Lucomagno, in un tratto della valle in cui questa si allarga grazie anche all’intaglio della valle del Brenno nel versante occidentale. Il villaggio è composto dai nuclei più antichi di Chiesa [..] e, più a sud sul pianoro prativo, di Solario [..] al primo salire del pendio. Un notevole insieme [..] composto da palazzine di diversa grandezza e grado di finitura si svolge lungo la cantonale il cui vecchio tracciato raggiungeva la chiesa, mentre l’attuale continua dritto, a valle e a ovest dell’edificio del la Casa comunale [..]. Tra il piano di impianto di questa e la cantonale esiste un notevole scarto altimetrico superato da una scalinata che collega con il piccolo nucleo dominato da un albergo [..].



Il nucleo di Chiesa


L’insieme ecclesiastico [..] è l’anima del villaggio e delle frazioni circostanti per la presenza della chiesa parrocchiale di S. Martino [..] e del suo altissimo campanile, richiamo a distanza e immagine di riferimento per l’insediamento. Chiesa e sagrato sono racchiusi entro un’area cintata da un basso muretto accompagnato da un elegante arredo di alberi latifoglie. Nel lato meridionale contribuisce alla recinzione il muro di cinta dell’area cimiteriale [..] che si allinea con le estremità del lato lungo della parrocchiale.
Accanto agli edifici religiosi e all’ex Casa comunale e patriziale – una palazzina borghese a tre piani con scala esterna, probabilmente della metà del secolo XIX, subito a nord della chiesa – l’altra componente del nucleo è data da una parte a edificazione densa, quasi una rustica dipendenza della chiesa, con l’edificio di maggiore volume, abitativo a tre piani, coperto a due falde. L’aggregato comprende anche un’edicola affrescata e vari edifici utilitari in cui compaiono anche le tamponature in tondoni. Alcuni di questi edifici conservano affreschi. Si tratta in complesso di un aggregato in cui sono ancora riconoscibili edifici antecedenti al secolo XIX e conservante tratti di arcaicità quali certe aperture a forte strombatura in una dimora entro una recinzione in conci a vista. All’immagine rustica dell’insieme contribuisce anche il fondo sterrato.
Frontalmente alla chiesa, sul lato opposto della strada, è la dimora Ca’ de Rivöi, oggi museo
[..].



Solario, un nucleo medievale fortemente trasformato


Il nucleo di Solario [..] è leggermente rialzato rispetto a Chiesa, in posizione tale da risparmiare i terreni più agevoli per l’agricoltura. L’edificazione fa riferimento nella sua grande maggioranza a un percorso interno asfaltato [..] parallelo alle curve di livello. Si avverte una certa disarmonia tra edifici ai lati del percorso e il rigido fondo asfaltato che fa immaginare una maggiore aderenza alla morfologia del terreno del percorso precedente all’asfaltatura. Colpisce la convivenza nel nucleo, e talvolta nello stesso edificio, di radicali trasformazioni e la conservazione di testimonianze di secoli avanti in pitture murarie.
Un momento importante è dato dalla presenza della cappella di S. Maria Maddalena [..] all’estremità meridionale dell’insieme, un’aula rettangolare, arretrata rispetto al percorso e, al momento, in parte, sperduta tra le numerose trasformazioni. Questa estremità è in parte caratterizzata anche da una dimora del secolo XIX come edificio che, al tempo, si poneva all’estremità di un’edificazione di epoca anteriore.
A nord del nucleo un percorso anch’esso asfaltato, in pendenza, trasversale a quello principale, si immette in questo e stabilisce una relazione con la cantonale.
Una strettoia formata da due edifici [..] segna l’accesso al nucleo su quel lato. […]



Fonte: Ufficio per l'ISOS, Zurigo: "Olivone Chiesa-Solario (4037) rilevamento 150dpi 2008.pdf", da https:/dav0.bgdi.admin.ch, consultato 7.9.2015



HTMLText_10D757A0_0420_3113_4189_E6D8235EAE36.html =
Lucomagno - statua della Madonna



Statua in granito della Madonna col Bambino, posata nel 1956, dello scultore Giovanni Genucchi (1904-1979)



HTMLText_10E21B32_0420_3176_416F_5DB1B5277777.html =
Chiesa parrocchiale
di S. Martino



Documentata nel 1136. Costruzione a navata unica con coro poligonale.


L'indagine archeologica del 1991 ha portato alla luce un frammento dell'abside altomedievale, VIII-IX sec., e la struttura biabsidata dell'edificio romanico di cui restano il campanile terminato all'inizio del XlI sec., archetti ciechi incorporati nel fianco des. della navata e frammenti policromi in stucco dat. al XlII sec., ora esposti nel Museo di San Martino.


Gli importanti lavori di trasformazione verso la metà del XVII sec. comportarono la costruzione del coro a opera di Martino Goba, 1650-54. Restauri 1974 e 1984-91.


Navata voltata a botte ribassata, prob. XVIII sec., con decorazione pittorica di Attilio Balmelli, 1922. Sulle pareti della navata: frammenti di affreschi con scene bibliche e santi, seconda metà XV-inizio XVI sec.


Coro ornato di ricchi stucchi barocchi di Carlo Terugio, 1652-54, e di affreschi con scene della vita di S. Martino e angeli musicanti forse eseguiti da Cristoforo Finale, ritoccati da A. Balmelli nel 1922; sulle pareti: quattro tele, metà XVII sec. ca., raffiguranti i SS. Ambrogio e Carlo Borromeo, S. Martino davanti all'Imperatore Valentiniano e in atto di risuscitare un bambino; altare maggiore in legno intagliato e dipinto a finti marmi con elegante tempietto, 1742.


Sulla trave dell’arco trionfale: piccolo crocifisso ligneo, prob. XVI sec.
Ai lati dell’arco, due altari in stucco, metà XVII sec., con fastigi coronati dagli stemmi dei Gilli e degli Emma; a sin, statua lignea di S. Antonio da Padova, XVII sec., affiancata da cartigli con
scene della vita del santo, di Giovanni Finale, 1655-56; a des., statua della Madonna
circondata da dipinti dei Misteri del Rosario.


Cappelle laterali a metà della navata affrescate con prospettive architettoniche, 1728-30; a des., dipinti murali di Cristo nell'orto e alla colonna; le pale degli altari raffigurano la Crocifissione e la Madonna con i SS. Ambrogio e Carlo Borromeo, 1730.


Nicchia battesimale decorata con un affresco del Battesimo di Gesù di Carlo Martino Biucchi, 1748; fonte con sovrastruttura lignea a tempietto, inizio XVII sec.


Pulpito ligneo intagliato e dipinto, metà XVII sec.


Sulla parete des. della navata: tela della Madonna con S. Paolo e un santo vescovo che presenta il committente, opera manieristica del XVII sec.


In controfacciata: tavola raffigurante la Madonna in trono e i SS. Antonio e Sebastiano attr. alla bottega dei Tarilii, fine XVI sec.


Due confessionali seicenteschi, di cui uno datato 1673.


Preziosi arredi e paramenti sacri esposti al Museo di San Martino.




Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), p. 105, Edizioni Casagrande, 604 pagine



HTMLText_10EFB142_0420_1117_4181_8D7C4060B599.html =
Chiesa di S. Ambrogio



Menzionata nel 1567, ampliata nel 1742.


Aula barocca voltata a botte conclusa da un coro poligonale, sul cui fianco des. si erge il campanile.


Restauri 1978 e 2003 (esterno).


Sulla facciata laterale sin. della navata: dipinto murale con S. Cristoforo di Attilio Balmelli e Emilio Ferrazini, 1953. A. Balmelli aveva già eseguito, nel 1925, la decorazione pittorica interna.


Nel coro: pala d'altare della Gloria di S.Ambrogio, fine XVIII sec. Nella cappella laterale sin.: statua lignea della Vergine, XVIII sec.
Nella cappella di fronte: tela dell'Immacolata con santi, metà XVIII sec., prob.di Giovanni Battista Degiorgi.





Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), p. 98, Edizioni Casagrande, 604 pagine





HTMLText_113AECD3_0420_3735_418E_C4761C38CF32.html =
Museo di S. Martino



Il Museo di San Martino (Ca' da Rivöi, Casa di Olivone), tipica costruzione della Valle di Blenio, venne inaugurato nel 1969.


Lo scopo fu quello di raccogliere e conservare opere, suppellettili e attrezzi a testimonianza della cultura e delle tradizioni di Olivone e, in generale, dell'Alta Valle nel secoli passati.


La scelta cadde su questo edificio secentesco, un tempo Casa del Priore, collocato in una delle posizioni più significative del paese: sullo spiazzo su cui si affacciano la chiesa di San Martino con Il suo campanile romanico, il cimitero, la casa parrocchiale e la prima scuola femminile di Olivone, che oggi ospita la biblioteca appartenuta allo statista Vincenzo Dalberti (1763-1849).


La costruzione - di tipo misto, in legno e muratura - è caratterizzata dalla presenza di una parte in pietra adibita a cucina, rivolta verso la montagna, e di una parte in legno a tronchi sovrapposti, comprendente il soggiorno, orientata a valle. Questo tipo di edificio, frequente nelle Alpi, viene da alcuni studiosi definito "casa del Gottardo”.


Nella sua versione definitiva la Ca’ da Rivöi risale al XVII secolo.


Sul comignolo, posto sulla cucina a nord, è incisa la data 1658. È probabile però che l’attuale costruzione sia il risultato di vari interventi operati in epoche non determinabili con sicurezza. L'ala a sud sembrerebbe più recente: una delle sue pareti, rivestita di intonaco di calce, ricoprì la precedente parete di legno intagliato.


La storia dell’edificio è legata alla richiesta fatta nel 1622 al Cardinale Federico Borromeo di istituire a Olivone un Beneficio Priorile, progetto che fu realizzato solo nel 1640. Da allora e fino ad epoca recente la casa servì da abitazione al Priore. Questi aveva il compito di insegnare al ragazzi, di celebrare la messa e di gestire gli antichi ospizi di Casaccia e di Camperio che ospitavano viandanti e pellegrini di passaggio sul Lucomagno.




Fonte:
pannello esplicativo all'interno del museo





HTMLText_114BCE11_0420_3332_4173_EE6174E947B9.html =
Oratorio di S. Maria delle Grazie



Costruzione a navata unica con coro quadrangolare, eretta nella prima metà del XVIII sec. inglobando il coro dell'adificio primitivo tardoquattrocentesco, ora adibito a cappella laterale.


Campanile del 1736 sul lato N.


Sulla facciata principale: grande affresco raffigurante la Madonna della Cintura sulle nubi, con due committenti della fam. Rinaldelli, opera di Carlo Antonio Biucchi, 1756-59.


Interno coperto da volte a botte.


Altare in marmo con alzata illusionistica dipinta sulla parete di fondo, 1730; statua lignea della Madonna. XVIII sec.


Cappella laterale (antico coro), delimitata da un cancello in ferro battuto, 1663, e decorata con affreschi attr. alla bottega dei Tarilli, 1586, ritoccati nel 1934 da Emilio Ferrazzini; sulla parete frontale, Madonna col Bambino con i SS. Martino e Sebastiano. a des., i SS Bartolomeo e Giovanni Battista e una figura di santo frammentaria; a sin., S. Bernardo, frammentario, e ex voto Arnadoni, copia dell'originale del 1472; sulla volta: i padri della Chiesa e gli evangelisti; sui piedritti dell'arco trionfale: i SS. Defendente e Rocco; nel sottarco, profeti.
Altare con paliotto in cuoio dipinto, XVIII sec.


In navata: tele in cornici a stucco raffiguranti S. Antonio da Padova che presenta il committente alla Madonna, metà XVIII sec., e la Madonna con santi, 1834.





Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), pp. 107-108, Edizioni Casagrande, 604 pagine





HTMLText_11BAAE92_00F3_3B80_4144_329AFE0D15D0.html =
Passo del Lucomagno



Mette in collegamento la diramazione orientale della valle di Blenio (valle Santa Maria, percorsa dal fiume Brenno) con la val Medel. Dal punto di vista orografico il passo si trova nella sezione alpina delle Alpi Lepontine e separa le Alpi del Monte Leone e del San Gottardo (ad ovest) dalle Alpi dell'Adula (ad est).


Il nome deriva probabilmente dal latino lucus magnus o "bosco grande". Ma l'etimologia più probabile è quella di "locus magnus" ovvero "luogo spazioso, grande".


Il valico, che fu utilizzato in epoca altomedioevale come collegamento tra la pianura padana e la valle del Reno e come itinerario religioso tra santuari e conventi, divenne uno dei più trafficati d'Europa. Il passo era controllato dall'antica abbazia di Disentis (o Mustér in romancio), dapprima sottoposta alla regola di san Colombano, il quale vi passò attorno al 612 scendendo in Italia, fu poi in seguito dell'ordine benedettino. Lungo il percorso verso il passo sorsero infatti ospizi, fortini e chiese.


A partire dal XIII secolo il valico perse di importanza a favore del passo del San Gottardo. Ancora utilizzato perché di minore altitudine che altri passi delle Alpi, nel 1374 vi fu fondata una cappella dedicata a santa Maria e un ospizio, la prima restaurata nel 1577 e il secondo ingrandito una prima volta nel 1660 e di nuovo ricostruito dopo un incendio nel 1882. Entrambi furono quindi sommersi dal lago artificiale. La costruzione della strada risale al 1876. Grazie agli sforzi dei cantoni Ticino e Grigioni il passo del Lucomagno è oggi aperto tutto l'anno, con limitazioni d'orario durante il periodo invernale.




Fonte:
https://it.wikipedia.org/wiki/Passo_del_Lucomagno - consultato il 9.8.2015



HTMLText_12F64D3B_00F3_3E81_4141_A3E20A9BD0BE.html =
Chiesa parrocchiale
dei SS. Maurizio e Agata



Menzionata nel 1225.


Edificio concluso da due cori quadrangolari rivolti a S, risalente nella sua forma attuale prob. alla fine del XVI sec.
Della chiesa romanica, orientata, rimangono il campanile, fine XII sec. ca., il coro oggi adibito a cappella battesimale e i resti murari incorporati nell’attuale facciata principale.


Trasformazioni verso il 1739. Restauri 1872, 1932 e 1983.


Sopra il portale: dipinto murale con S. Maurizio, di Tommaso Calgari, 1872 ca.


Navata con soffitto piano in gesso, XIX sec., diviso da una trave longitudinale sorretta da un pilastro ligneo.


Sulla parete sin.: affreschi votivi, 1621, raffiguranti il Martirio di S. Erasmo e S. Carlo Borromeo.


In controfacciata, frammento d’affresco con S. Michele, XVI sec.
Cori comunicanti voltati a crociera, ornati di affreschi attr. alla bottega
dei Tarilli, fine XVI sec., in parte radicalmente ritoccati nel 1872 da T. Calgari, che eseguì anche i due ovali sul soffitto della navata con S. Agata e l'Immacolata.
Nel coro sin.: sulla volta, evangelisti; sulla parete frontale, Crocifissione con i patroni; sul piedritto, Cristo alla colonna.
Nel coro des.: sulla volta, S. Antonio Abate e angeli musicanti.


Sulle pareti laterali: santi e un frammento con la Sacra Famiglia e il committente, XVIII sec. Sulla parasta centrale: S. Veronica.
Negli intradossi degli archi: profeti.


Altare nel coro des. in legno intagliato dorato e dipinto, con pala, ridipinta, della Madonna col Bambino prob. della bottega dei Tarilli, 1590, circondata dai Misteri del Rosario, XVIII sec., opere della stessa mano che realizzò la Madonna del Rosario con devote e devoti sulla predella.


Nel coro sin.: tabernacolo in legno dorato, seconda metà XVII sec.


Sulla parete sin. della navata: tela con S. Pietro penitente di Giovanni Battista
Degiorgi, 1771, proveniente dall'oratorio di S Pietro a Orsera; tela settecentesca del Transito di S. Giuseppe prob. dello stesso autore.




Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), pp. 108-109, Edizioni Casagrande, 604 pagine



HTMLText_1D5FD1C5_0F24_D050_4140_FD9F2BAE01FE.html =
testo
HTMLText_1E917432_0F24_D033_4173_54C25D60D48A.html =
Tela della Madonna con S. Paolo e un santo vescovo che presenta il committente, opera manieristica del XVII sec.
(Fonte: v. info)
HTMLText_41DCEBA0_5929_DE9A_4192_11BD2BAB1921.html =
Dangio



[...]
Cenni di storia e di evoluzione


Dangio era frazione di Aquila fino all’ottobre del 2006, data in cui anche Aquila è confluito nel neo istituito Comune Blenio.
A monte dell’insediamento, in posizione isolata e dominante, su uno sperone esposto a sud,
all’imbocco della Val Soi, detto «Motto di Castellanza», pare sorgesse un antico castello. Vale la pena ricordare il Giuramento o Patto di Torre del 1182, che prende il nome dall’adiacente frazione, un patto fra gli abitanti di Valle Blenio, Leventina e Riviera a tutela delle proprie libertà contro feudatari e podestà, una sorta di Grütli ante litteram a sud del Gottardo.


Il villaggio di Dangio ospitò per ben quattro volte S. Carlo Borromeo durante le sue cinque visite pastorali nella Valle Blenio, la prima nel 1567, allorché il Cardinale pernottò presso Gian Domenico Cima, forse suo discepolo all’università di Pavia.
In Dangio, che dipende dal punto di vista ecclesiastico dalla parrocchia di Aquila, esiste una chiesa dedicata a S. Ambrogio [..], frutto di trasformazioni e ampliamenti del 1742 – compresa la realizzazione del campanile – di un edificio del secolo XVI, probabilmente, a sua volta, sorto su un manufatto recedente.


Con l’insediamento di Dangio viene rilevato anche il complesso industriale, oggi non più in funzione, della Fabbrica di cioccolato Cima Norma [..], appartenente al territorio ex comunale di Torre, anch’esso confluito oggi nel Comune Blenio.


L’emigrazione degli abitanti di Dangio trovava sfogo in vari paesi europei, soprattutto Francia e Inghilterra, luoghi dove svolgevano attività di domestici, camerieri, cioccolatai.


Dove ora sorge il complesso industriale, nel 1882, in luogo di un mulino, sorse la Birreria S. Salvatore che però non ebbe lunga vita. Sempre nei pressi fu realiz -
zata nel 1903 una centrale elettrica, che illuminò Dangio, Torre, Aquila – Dangio fu il primo villaggio della Valle ad avere la corrente elettrica – e soprattutto la «Fabrique de Chocolat
Cima» ad opera dei fratelli Cima, di ritorno da Nizza, dov’erano emigrati.


Nel 1908 fabbrica e centrale elettrica furono gravemente danneggiate da una piena del Soi
[..]. La Fabbrica venne ricostruita e ancora danneggiata da
un incendio nel 1915. Anche questa volta venne ricostruita e ingrandita e da allora andò sempre aumentando la sua attività fino all’apice raggiunto negli anni ‘50–60, allorché occupava 340 dipendenti. Una ta le quantità di manodopera, assai consistente per la valle, trovò in parte alloggio in case di operai e nel pensionato femminile [..] gestito da religiose che vi tenevano anche scuola. Essendo ubicata nel territorio comunale di Torre, gli introiti fiscali favorivano tale comune, ciò che spiega lo scarso sviluppo di Dangio rispetto a Torre. Le difficoltà del mercato insorte portarono alla chiusura nel 1968. Oggi lo stabilimento è utilizzato per varie attività di artigianato e ricreative.
La Carta Siegfried del 1872 mostra la cantonale del Lucomagno che attraversa il nucleo mentre il tracciato attuale [..] aggira ad ovest l’insediamento. Nella Carta ottocentesca una parte della riva nord del torrente è coperta da vigna. L’edificazione del nucleo principale
[..] è più esigua e non si vede traccia dello sviluppo lungo strada verso nord [..] né dell’insieme a testa di ponte [..]. La chiesa appare come il primo edificio del nucleo.
La realizzazione del lunghissimo ponte stradale [..], per superare l’altrettanto ampia incisione del torrente, aperto al traffico nel 1990, e la costruzione di un allacciamento alla cantonale, hanno determinato un nuovo assetto della situazione del villaggio, quindi dei suoi rapporti con il territorio.
L’insediamento attuale - Relazioni spaziali fra le parti


Dangio si situa sul versante sinistro della Valle Blenio a metà strada tra Torre ed Aquila, su un antico deposito di sedimenti alluvionali provenienti dalla Val Soi il cui torrente, che si forma dai ghiacciai dell’Adula la cima più alta del Ticino – ha scavato, allo sbocco nella valle principale, un’ampia e profon da incisione [..].


La maggior parte dell’edificazione, quella del nucleo principale [..], è esposta a sudovest, a monte della riva del torrente, tagliata in due dalla vecchia cantonale che lega tutte le parti dell’insediamento: a nord attraver sa il nucleo ad edificazione lenta [..] di inizio secolo XX, con lieve andamento in salita verso sud; raggiungendo il nucleo principale [..] si amplia a piazza stradale in corrispondenza della chiesa parrocchiale [..]; di seguito costeggia il nucleo a testa di ponte [..] ai piedi del pendio [..] e, con il ponte in pietra [..], scavalca il torrente nel suo punto in cui è maggiormente stretto e dà accesso al complesso industriale
[..]. La posizione del complesso, in particolare il grande corpo centrale [..], si offre a una spettacolare inquadratura sia dall’estremità meridionale del nucleo principale che dalla strada cantonale, soprattutto in ragione del profondo e ampio intaglio [..] che lascia libera la vista su di esso.
[...]




Fonte:
Ufficio per l'ISOS, Zurigo: "Dangio (3902) rilevamento 150dpi 2008.pdf", da https:/dav0.bgdi.admin.ch, scaricato 5.9.2015





HTMLText_44ED525A_5146_2D83_41D3_1722150CD1CF.html =
Grumo



Piccolo nucleo tranquillo, frazione di Torre, situato fra la strada cantonale e il Brenno.





HTMLText_65135C28_7021_1B4C_41CC_75591E643C25.html =
Frammenti di affreschi con scene bibliche e santi, seconda metà XV- inizio XVI sec.
(Fonte: v. info)
HTMLText_65EF502F_7021_0B44_41D0_5C6D094058E5.html =
Tavola raffigurate la Madonna in trono e i SS. Antonio e Sebastiano attr. alla bottega dei Tarilli, fine XVI sec.
(Fonte: v. info)
HTMLText_67139572_702F_35DD_41A2_B26F01CE210A.html =
testo
HTMLText_6742A5AD_7023_1544_41D1_93780D5B819E.html =
Tela settecentesca del Transito di S. Giuseppe prob. di Giovanni Battista Degiorgi
(Fonte: v. info)
HTMLText_676A520C_702F_0F45_4195_1BA896621D2D.html =
Frammento d’affresco con S. Michele, XVI sec.
(Fonte: v. info)
HTMLText_679E3528_702F_354C_41D6_29CAE727AFA6.html =
testo
HTMLText_7FBF3017_6ABF_29B2_41D1_4E2724C4308E.html =
Aquila



Grosso villaggio che fino al 1853 comprendeva anche Ghirone. Vi si conservano numerosi affreschi votivi dei sec. XV-XIX, in parte realizzati dal pittore locale Giovanni Battista Degiorgi (1733 - dopo il 1785). Fa parte del comune di Blenio.





Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), p. 96, Edizioni Casagrande, 604 pagine.





HTMLText_7FFB8B58_6AA2_FFBF_41C2_B8DE73B6E941.html =
Quartiere di Campo Blenio



Geografia


Oltrepassata la galleria della Töira, si giunge al villaggio di Campo Blenio a 1200 m di altezza, situato all’inizio della Valle di Campo, tra l’Alpe Bovarina e il lago Retico. La regione, collegata da una rete di sentieri, è meta gradita per le escursioni. Prima del 1890 Campo Blenio e Ghirone si raggiungevano percorrendo la mulattiera del Sosto, e in seguito
-fino alla costruzione della galleria- la nuova strada carrozzabile della Töira.
L’origine del nome deriva da “Campus” e indicava l’accampamento dei romani durante i loro passaggi sul Passo della Greina, che conduce ai Grigioni. Ne testimoniano le rovine di
un’antica torre situata a Castellaccio. Per il resto, il paese era abitato solo d’estate, da dove il nome Alpe di Carneiro.
Nei giorni 24 e 25 settembre del 1927, il Ri D’Orsaria, proveniente dal lago Retico e dalla Val d Campo, si riversò sul villaggio: l’alluvione distrusse una parte del paese, tra cui l’Oratorio, l’impianto idroelettrico, la segheria, due case e parte del cimitero, ma non produsse vittime.


Alcune altre caratteristiche socio-culturali


La chiesetta all’inizio del paese, è la casa parrocchiale dei Santi Mauri e Agata, la più antica della Valle di Blenio, presente già nel 1225 e ricostruita a fine XVI secolo. Il torrente del lago Retico la separa dal resto del villaggio e contiene dipinti di fine Cinquecento.


Situazione socio-economica: accenni del passato e del presente.


L’agricoltura e l’allevamento di bestiame è ciò che contraddistinguono da sempre l’economia di Campo Blenio. L’inaugurazione della galleria della Töira del 1958 portò alla fine dell’isolazione di Campo e permise al villaggio di intraprendere uno sviluppo economico interessante; questo sviluppo continua tutt’oggi e fa presupporre che Campo Blenio riesca
in modo definitivo e duraturo ad emergere come località accogliente sia per i residenti che per i turisti, distinguendosi per la sua peculiarità di stazione sciistica. L’interessante abbinamento tra settore primario e turistico (sia invernale che estivo), già partire dagli anni ’60, ha infatti contrastato il rischio di spopolamento evitando di scendere sotto le 80-90 unità, senza contare le numerose residenze secondarie e il campeggio. Non pochi abbinano infatti la professione di agricoltore di montagna e di allevatore di bestiame a quella legata alla stazione di sci (come addetti agli impianti o maestri di sci), come lo testimoniano le aziende private presenti nella regione.Non vanno scordate inoltre le due case per la gioventù, in particolare la Casa Greina, che dispone di molti posti letto, di una sala multiuso e del rifugio della Protezione Civile.


Nell’ottica di una collaborazione con le città e tra le regioni, la vendita della Casa Greina alla Città di Lugano è un ottimo esempio d’apertura e lungimiranza. Grazie ai buoni rapporti instauratosi con Lugano è stato possibile ottimizzare le possibilità di svago, contribuendo in tal modo a mantenere attive le strutture e i posti di lavoro.Nella regione del Soprasosto è infatti situata una stazione sciistica da oramai più di 40 anni. Risale al 1964 infatti la costituzione della Società Cooperativa Impianti turistici Campo Blenio-Ghirone, anno in cui è stato inaugurato il primo sci-lift. Nei primi anni erano presenti tre sci lift a Campo Blenio- Ghirone che con gli anni sono poi stati sostituiti, dapprima nel 1986 il piccolo sci lift con un impianto gemello a piattello, inseguito nel 1988 il grande sci lift prolungato nel 1991. Nel 1996 si realizza anche l’impianto d’innevamento programmato. La stazione invernale è ritenuta d’importanza fondamentale per lo sviluppo socio-economico della regione, la quale ha permesso di costituire un fondo straordinario per progetti che hanno come scopo di portare sviluppo dentro e fuori il Comune.


Recentemente, si è svolto il risanamento-riposizionamento della stazione sciistica, pianificato sulle quattro stagioni, in maniera tale da aumentarne l’attrattività e la qualità, realizzare una migliore offerta turistica e, di riflesso, incrementare l’indotto dell’economia locale mantenendo la specificità della stazione, valorizzandone la peculiarità di stazione a misura di famiglia.




Fonte:
http://www.comuneblenio.ch, consultato il 30.09.2015





HTMLText_86FB73C7_95A9_BBA7_41B5_958CDEB3093E.html =
Facciata principale con portale del 1730 e affreschi di C. M. Biucchi, 1732, raffiguranti S. Vittore a cavallo, fiancheggiato dalla Fede e dalla Carità, e i SS. Giuseppe, Pietro, Giacomo e Carlo Borromeo.
(Fonte: v. info)
HTMLText_8F9D057F_95A7_FF67_41B5_B26634BFC68A.html =
Dipinto murale con S. Cristoforo di Attilio Balmelli e Emilio Ferrazini, 1953. A. Balmelli aveva già eseguito, nel 1925, la decorazione pittorica interna
(Fonte: v. info)
HTMLText_90005117_8C18_D705_41D0_563B50624246.html =
testo
HTMLText_9040A7D8_8CE8_5B0B_4199_4206BD0A0A75.html =
Tela con S. Pietro penitente di Giovanni Battista Degiorgi, 1771, proveniente dall'oratorio di S Pietro a Orsera
(Fonte: v. info)
HTMLText_90FCED88_8C18_2F0C_41D2_5CA7ACC01680.html =
Tela raffigurante la Vergine Annunciata e Gabriele, seconda metà XVI sec, opera manieristica
(Fonte: v. Info)
HTMLText_9440D461_8B22_697F_41C5_87973DCD385C.html =
Monti di Gorda



I Monti di Gorda (1800 m s.l.m.) sono situati nel territorio dell’ex comune di Aquila, aggregato a Blenio nel 2010.


Ospitano una capanna alpine e vi sig ode una vista magnifica sulle montagne circostanti.




HTMLText_9475C002_8C78_54FF_41DB_0AAEB8D6BE0B.html =
Villa Lina



Realizzata da Giuseppe Martinoli per Giuseppe Pagani, 1897, ampliamenti successivi, ristrutturazione interna di Giuseppe Bordonzotti, 1926-27.


Residenza eclettica ravvivata da aggetti, vistose mensole sottogronda e torretta in facciata. Costruzioni accessorie, tra cui la scuderia, 1904, ora casa d'abitazione.




Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), p. 96, Edizioni Casagrande, 604 pagine






HTMLText_9671A05A_8CE8_350C_41DF_EC54D0B00531.html =
testo
HTMLText_96722069_8CE8_350C_41D4_AEE359F5EB8E.html =
testo
HTMLText_96723069_8CE8_350C_41DC_BAD63BC9B008.html =
testo
HTMLText_9672D05A_8CE8_350C_4169_D08431882EDA.html =
testo
HTMLText_9672E069_8CE8_350C_41D9_41332978CE3B.html =
testo
HTMLText_96737069_8CE8_350C_41DC_76BA53E968AF.html =
testo
HTMLText_9674D05A_8CE8_350C_41C1_435D1655BFC9.html =
testo
HTMLText_96A94B68_8CE8_2B0C_41C3_7C99F1EBC799.html =
Tela in cornice a stucco raffigurante la Madonna con santi, 1834.
(Fonte: v. info)
HTMLText_96AA9B68_8CE8_2B0C_41E1_39FFFB80098E.html =
Tela in cornice a stucco raffigurante S. Antonio da Padova che presenta il committente alla Madonna, metà XVIII sec.
(Fonte: v. info)
HTMLText_96AABB78_8CE8_2B0B_41B4_8BD8D99B192E.html =
testo
HTMLText_96ABFB68_8CE8_2B0C_41E0_F28BEFECD12A.html =
Affreschi attr. alla bottega dei Tarilli, 1586, ritoccati nel 1934 da Emilio Ferrazzini; sulla parete frontale, Madonna col Bambino con i SS. Martino e Sebastiano. a des., i SS Bartolomeo e Giovanni Battista [...]
Altare con paliotto in cuoio dipinto, XVIII sec.
(Fonte: v. info)
HTMLText_96AFFB59_8CE8_2B0C_41E0_1D0660E196A7.html =
Altare in marmo con alzata illusionistica dipinta sulla parete di fondo, 1730; statua lignea della Madonna. XVIII sec.
(Fonte: v. info)
HTMLText_96B41DC9_8CE8_2F0C_41C8_2CA775712AB1.html =
Tela raffigurante Samaritana al pozzo, opera manieristica, 1600 ca.
(Fonte: v. Info)
HTMLText_96B4DDC9_8CE8_2F0C_41CE_AAA2E4EF361F.html =
Tela raffigurante Angelo custode, XVIII sec., opera manieristica
(Fonte: v. Info)
HTMLText_96B90DBA_8CE8_2F0F_41CA_669DAC0D2D14.html =
Scena della vita di S.Stefano, Guido Ferrazzini, 1937
(Fonte: Carlo Antognini)
HTMLText_96BA3DBA_8CE8_2F0F_41C2_83009926CDDB.html =
Tela con la Deposizione e santi, XVII sec..
(Fonte: v. Info)
HTMLText_96BA4DC9_8CE8_2F0C_41DE_EA2C95297607.html =
Tela raffigurante Cristo nell'orto, opera manieristica, 1600 ca.
(Fonte: v. Info)
HTMLText_96BB8DBA_8CE8_2F0F_41C3_DC2B47549532.html =
Strappo di un affresco votivo della Madonna col Bambino proveniente dalla casa Peduzzi
(Fonte: v. Info)
HTMLText_96BB9DC9_8CE8_2F0C_41D9_951E5B9CB77E.html =
testo
HTMLText_96BC4DBA_8CE8_2F0F_41DD_1305A853FF47.html =
Vetrata di Guido Ferrazzini, 1937
(Fonte: Carlo Antognini)
HTMLText_96EC6AEC_8CE8_350B_41DB_677B5AC2FD2C.html =
testo
HTMLText_96EC7AFB_8CE8_350D_41D1_804682D79705.html =
testo
HTMLText_96EDAAEC_8CE8_350B_41E0_BBBAAAFA34A0.html =
testo
HTMLText_96EDBAFB_8CE8_350D_41AB_F7AF375F7CD5.html =
testo
HTMLText_96EE3AFB_8CE8_350D_41D6_AFA08823A440.html =
testo
HTMLText_96EEFAFB_8CE8_350D_41DD_6BEB207CA7AA.html =
testo
HTMLText_96F33AEC_8CE8_350B_41D2_F31EECDB5576.html =
testo
HTMLText_96F6AAEC_8CE8_350B_41E0_432E01658DD9.html =
testo
HTMLText_9770654D_8C19_DF04_41D5_B0D6A9DA469C.html =
Scena della vita di S.Stefano, Guido Ferrazzini, 1937
(Fonte: Carlo Antognini)
HTMLText_9775E137_8C19_D704_41BD_4C0DBBB5294A.html =
Vetrata di Guido Ferrazzini, 1937
(Fonte: Carlo Antognini)
HTMLText_977AC9D2_8C19_D71F_41E1_6BD8E2A8FE6A.html =
Altare maggiore in marmi policromi con tempietto neoclassico e statua lignea dell'Addolorata di Pietro Viganò, 1778.
(Fonte: v. Info)
HTMLText_AA5A07D9_8B2E_774F_419F_C1C292C1CE90.html =
Campra
Centro nordico



Campra è una regione incantevole, al riparo dai venti, situata a 1500 m.s.m., sul versante sud del Passo del Lucomagno, a 8 km da Olivone e a 25 km da Disentis.


Da Novembre fino in aprile si pratica lo sci di fondo turistico ed agonistico in un paesaggio stupendamente nordico, dove la tranquillità regna assoluta tra gli abeti ed il corso d'acqua pura e cristallina del fiume Brenno.
La pista naturale di ghiaccio da dicembre a fine febbraio e lo splendido percorso pedonale completano l'offerta al turista.


Durante l'estate gli impianti si prestano ottimamente ad accogliere colonie di vacanza, scuole montane, campi sportivi e d'allenamento. In luglio la norma giornaliera é di 14 ore di sole.


Escursioni di eccezionale bellezza fra le abetaie e i prati fioriti nell'incomparabile cornice panoramica del Lucomagno.


Oltre i 30 km di piste di sci di fondo preparate giornalmente, Campra offre la seguente infrastruttura:
- Pista di ghiaccio naturale, percorso pedonale.
- Albergo Ristorante che può ospitare fino a 100 persone in camere di diversi standard, offre una cucina curata, adatta a tutte le esigenze. [..]
- Noleggio materiale e servizio tecnico agli sciatori tramite un qualificato team di professionisti.
- Scuola Svizzera di sci di fondo.



Fonte:
https://www.guidle.com/it/ausfluege/olivone/agitarsi/ consultato 26.7.2020



HTMLText_AB40D059_8B2E_694C_41D1_970ED998F730.html =
Acquacalda
Centro Pro Natura del Lucomagno



Situato a una quota di 1750 m, a 5 km dal passo del Lucomagno, il centro Pro Natura del Lucomagno offer diverse attività legate alla conoscenza della natura alpine.
HTMLText_ABE6A4AD_8B2E_69C7_41DA_32DC72F79B60.html =
Camperio



Frazione dell’ex comune di Aquila, aggregato a Blenio nel 2010.


L’ospizio che vi si trova è una testimonianza secolare del traffico nord-sud attraverso il passo del Lucomagno.


Oggi Camperio è meta di diverse colonie estive.



HTMLText_CD55B399_DC50_017D_41E1_66C7EE6D09AC.html =
Antico orologio della chiesa di San Martino
HTMLText_D22AE284_DC50_034B_41E1_7E934B4F3C77.html =
Affreschi barocchi, prima metà XVIII sec. raffiguranti la Madonna col Bambino e i patroni
(Fonte: v. info)
HTMLText_D239AF41_DC50_01CC_41E8_7F34059CD1C2.html =
Altare maggiore in legno intagliato e dipinto a finti marmi con elegante tempietto, 1742.
(Fonte: v. info)
HTMLText_D5ADE374_DA80_8418_41B7_346CCEE99044.html =
Affresco votivo, 1621, raffigurante il Martirio di S. Erasmo.
(Fonte: v. info)
HTMLText_D7668D20_DA80_9C38_41D8_2C51240D888D.html =
Affresco votivo, 1621, raffigurante S. Carlo Borromeo.
(Fonte: v. info)
HTMLText_DA8D7068_D1EC_E897_41DB_BDE60E02EF15.html =
Diga del Luzzone



La diga del Luzzone [...] è alta 225 metri ed è stata ultimata nel 1963.


Il volume della diga è di 1.330.000 metri cubi, la lunghezza della corona è di 510 metri. Il lago ha un volume di 107 milioni di metri cubi, una superficie 144 ettari e una lunghezza di 3,1 km. L'altitudine massima è di 1607 m s.l.m. Lo sfioratore ha una capacità di 103 metri cubi al secondo.


Il fiume che alimenta il bacino è il Brenno di Luzzone.




Fonte:
https://it.wikipedia.org/wiki/Diga_del_Luzzone - consultato il 9.8.2015



HTMLText_DC22F469_D107_4053_41D9_27847371A5C4.html =
Comune di Blenio




Il Comune di Blenio è nato il 22 ottobre 2006 con le elezioni del Municipio e del Consiglio Comunale dopo che l'aggregazione dei cinque Comuni di Aquila, Campo Blenio, Ghirone, Olivone e Torre è stata decretata dal Gran Consiglio in data 25 gennaio 2005.


Nome del comune Blenio (6718 Olivone)
Cantone Ticino
Distretto Blenio
Circolo Olivone


Quartieri
• Torre (frazioni: Grumo)
• Aquila (frazioni: Dangio, Grumarone, Degro, Cresedo, Ponto Aquilesco, Pinaderio)
• Olivone (frazioni: Sallo, Solario, Chiesa, Marzano, Lavorceno, Scona, Sommascona)
• Ghirone (frazioni: Aquilesco, Baselga, Cozzera)
• Campo Blenio


Superficie 22'215 ettari
Superficie edificabile 606 ettari (3%)
Altitudine da 591 s/m Grumo-Torre a 3402 s/m Cima dell'Adula
Popolazione ca. 1800 al 01.01.2017


Confini territoriali
Comuni Valle di Blenio: Acquarossa, Serravalle
Comuni Valle Leventina: Faido, Quinto
Comuni Canton Grigioni: Hinterrein, Medel (Lucmagn), Vals, Vrin


Lo stemma del Comune è di sfondo rosso, rappresenta al centro il fiume di colore blu, elemento presente in tutti i cinque ex Comuni, e ai lati cinque cerchi di colore giallo che fungono da simbolo dei Comuni aggregati nel 2006.


Fonte:
www.comuneblenio.ch/comune/il-comune/scheda-descrittiva consultato il 25.07.2020





HTMLText_DCD93D0F_D1F7_98A9_41E1_F6BBECE738AE.html =
Chiesa parrocchiale
dei SS. Martino e Giorgio



Citata nel 1215 ma prob. di origine altomedievale.
La chiesa romanica a due navate fu sostituita nel 1700 dall'attuale costruzione a navata unica con coro poligonale.


Al fianco sin. è addossato il campanile sopraelevato in epoca barocca. Restauri e ristrutturazioni interne, 1972, 1992 e 2000-04.
Sulla facciata principale: affreschi barocchi, prima metà XVIII sec. raffiguranti la Madonna col Bambino e i patroni.


Interno coperto da volte a botte lunettate.


Nel coro: decorazione pittorica della bottega dei Calgari, 1870; altare maggiore con tabernacolo in legno dorato e dipinto, prima metà XVII sec.; le porticine laterali sono dipinte con l'Annunciazione, XVIII sec., e sovrastate da custodie per reliquiari; tele raffiguranti S. Giuseppe col Bambino e la Famiglia di Maria, XVIII sec.


Sotto l'arco trionfale: crocifisso ligneo con capelli naturali, XV sec.


Cappella della Madonna, a des., ornata di ricchi stucchi, 1700 ca., e dipinti murali otto- centeschi della bottega dei Calgari; statua lignea della Vergine,XVIII sec.; sotto la nicchia, tavoletta dipinta con la Madonna del Rosario, devote e devoti.


Nella cappella di fronte: altare con statua di S. Antonio da Padova, XVIII sec.; tele dell'Immacolata col Bambino, XVIII sec., e dell'Addolorata, XVII sec.


Balaustre settecentesche delimitano il coro e le due cappelle.


In navata: tele con S. Pasquale Bailonne al cospetto della SS. Eucaristia, XVIII sec., e la Crocifissione con santi, XVII sec.


Nella nicchia battesimale: fonte con sovrastruttura a cupola coronata dalla figura di S. Giovanni Battista, metà XVII sec.


Pulpito poligonale in legno intagliato, XVII sec. Confessionale del 1667.
Ossario, sul sagrato: Cappella rettangolare in parte ricostruita nel 1951





Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), p. 109, Edizioni Casagrande, 604 pagine






HTMLText_DFD2F3B8_D1F7_AFF6_4171_DDF36DDFFF3B.html =
Quartiere di Ghirone
(Testo antecedente alla fusione dei comuni del 2010)



Geografia


Dopo la galleria della Töira, si trova anche Ghirone, il quartiere più alto della Valle di Blenio con 1250 m d’altitudine e il più a nord di tutto il Ticino.
Fino al 1853 Ghirone apparteneva ad Aquila, i rispettivi patriziati si separarono nel 1914. Ghirone conta poche anime, e pochissimi giovani, e si registra dall’inizio del ‘900 oltre a un dimezzamento della popolazione che contava 100 persone nel 1910.
Tre sono le frazioni di Ghirone. La prima è Aquilesco (chiamata anche Dauresco) la cui creazione degli impianti sciistici e la strada che porta al Luzzone ha permesso
l’insediamento di case secondarie e di un ristorante. Poco più in altro è esistito fino a metà del secolo scorso il nucleo di Scalvedo. Nella frazione di Baselga sono presenti la casa
comunale e poi la chiesa parrocchiale dei Santi Martino e Giorgio, documentata già nel 1215, la cui costruzione originale viene sostituita da un’altra nel 1700. Infine vi è Cozzera, la frazione più a nord, all’imbocco della Val Camadra, nel cui antico nucleo si trovano recenti costruzioni secondarie, e nella quale è visibile la chiesetta di San Bernardino da Siena. Cozzera ha conosciuto un tragico episodio il 23 marzo del 1851 con una valanga che la seppellì per gran parte e fece morire 23 persone e perdere 350 capi di bestiame. Di fronte a Cozzera esisteva il comune di Buttino. Per un periodo Buttino formò con Cozzera comune autonomo, mentre nel 1842 Aquilesco e Baselga erano parte del Comune di Aquila: le quattro frazioni furono riunite nel 1853 con il Comune di Ghirone ricreato.


A Ghirone come a Campo, è il settore primario su cui si basa essenzialmente l’economia. Non di meno, gli impianti sciistici e l’insediamento degli impianti idroelettrici della Blenio SA, hanno dato un impulso importante all’economia locale. Nell’ambito della progettazione dell’installazione dei primi impianti di risalita della Società Cooperativa Sciovia di Campo Blenio, fu messo in servizio un terzo sci lift proprio sul territorio di Ghirone, che rimase in funzione per alcuni decenni. Nell’ottica di riposizionamento dell’attuale Impianto di Sci di Campo Blenio-Ghirone, si vuole realizzare l’ampliamento del parco giochi sia per la stagione invernale sia per quella estiva, attraverso anche la riqualifica della zona della Pineta Saracino a Ghirone. Sono previsti inoltre l’allestimento di percorsi-didattici, forestale e di mountain bike- che hanno la peculiarità di inserirsi nella natura della Pineta Saracino e che attraversano tutta la zona di Campo Blenio, Ghirone e Cozzera.
Oltre il quartiere di Ghirone, si scorgono la Val Camadra e gli stupendi luoghi della Greina, un parco protetto iscritto nell’Inventario dei paesaggi d’importanza nazionale. La Greina è un altipiano circondato da montagne che vede nascere il Reno anteriore e il Brenno, la quale ha corso a suo tempo il rischio di essere violentata dagli interventi dell’essere umano, ma che per fortuna è oggi una zona incontaminata.
La regione del Luzzone ha cambiato volto, a seguito della trasformazione dell’utilizzo dello spazio agricolo a luogo utile alla produzione di energia elettrica. Il Luzzone è il principale bacino artificiale degli impianti idroelettrici della Blenio SA e si trova per lo più sul comprensorio di Ghirone (le cui acque coprono il Monte di Cavallo) e in parte sul territorio di Aquila (Monte di Al Sasso e di Garzott, quest’ultimo non sommerso trovandosi poco più sopra ).


Situazione socio-economica: accenni del passato e del presente.


Le Officine Iroelettriche di Blenio SA si costituirono nel 1956 per sfruttare le acque del bacino imbrifero del Brenno. Negli anni ’50 sorgono anche i bacini artificiali di Carassino e Val Malvaglia, con le centrali idroelettriche di Biasca e Olivone. In questi anni si assiste inoltre alla creazione di reti stradali e gallerie che, se da un lato sacrificarono pascoli e bosco, dall’altro furono notevoli i vantaggi economici dati dall’agricoltura e dal turismo. L’investimento fu di ca 400 milioni di franchi, e ogni anno la Blenio SA paga un importo ai comuni di tutta la Valle che partecipano al riparto dell’imposta comunale. Da sottolineare poi i posti di lavoro, oltre quaranta, dedicati alla manutenzione e esercizio degli impianti. Tra il 1994 e il 1998 si svolgono i lavori di ampliamento della diga al fine di incrementare la produzione di energia, facendo passare da 87 a 107 milioni di metri cubi la capacità di ritenuta del bacino, per un costo complessivo di 60 milioni di franchi.




Fonte:
http://www.comuneblenio.ch, consultato il 30.09.2015







HTMLText_FB9FD6EA_D94D_4B39_41DA_831D6D13501B.html =
testo
HTMLText_FCFA1763_D97B_C92F_41C8_2594C7235010.html =
testo
### Label Label_40222070_512F_333D_41CB_80CBB292B280.text = Foto A.F. Label_4D654BA7_5805_D5CD_41CF_EACEC1783AB1.text = Foto Denis Valbianchi Label_5E66ADCE_4E6B_B2C9_41D2_8F2E3CCD5BA8.text = Foto Sci Club Simano ### Tooltip Button_25BCBB43_058E_5564_417B_C3675DB9EEE7.toolTip = Mostra e nascondi le indicazioni mediante hotspots Button_29327A60_3F0A_CA82_41CE_2097A725FB66.toolTip = Visualizza / nascondi cartina Button_2A4380EF_3F0A_379E_41AD_6B1F811417E5.toolTip = Visualizza / nascondi cartina Button_2A51D2F4_3F0A_3B82_41B4_F2B0C38FA374.toolTip = Visualizza / nascondi cartina Button_2A6F9CD1_3F0A_CF82_41A0_67C2BB3E3DB6.toolTip = Visualizza / nascondi cartina Button_2A743EF9_3F0A_CB85_41C8_5B42A1C77D27.toolTip = Visualizza / nascondi cartina Button_2AA554D6_3F0A_3F8F_41BE_7BE1A6F99772.toolTip = Visualizza / nascondi cartina Button_2AC57DD4_3F0A_C982_41BC_5DA2906D1B35.toolTip = Visualizza / nascondi cartina Button_2AE17B25_3F0A_CA82_41BB_4B93853F40F4.toolTip = Visualizza / nascondi cartina Button_B9E31CF8_9AC0_93AB_41E0_DC6B210D1317.toolTip = Panoramica del Comune - Sotto Sosto Button_C374C3D4_E000_E780_41EB_AD01E7BA5CF4.toolTip = Panoramica del Comune - Sopra Sosto Button_DE3205EE_D103_C051_41E7_3C7FF3D9515D.toolTip = Visualizza / nascondi cartina Container_DEDD31D6_D101_4071_41CE_E92552616653.toolTip = Mostra scheda descrittiva DropDown_01A14DC2_13FE_B1A9_4173_E203B26FD10E.toolTip = Scelta delle viste DropDown_6530D51C_733D_5CEE_41B5_3B58F3B04D21.toolTip = Scelta delle viste DropDown_6605B5C4_733D_5F5E_41AD_0EAB452025B6.toolTip = Scelta delle viste DropDown_660D1B7A_733D_4B2A_41CC_266537326724.toolTip = Scelta delle viste DropDown_6647AEDA_733D_4D6A_4198_BFA5C4F29EE0.toolTip = Scelta delle viste DropDown_666127F4_733D_5B3E_41B7_F3E722D04332.toolTip = Scelta delle viste DropDown_666A2CB4_733D_4D3E_41D9_C7DC4D276542.toolTip = Scelta delle viste DropDown_66AAA11E_733D_54EA_41DB_D991A16C3EEC.toolTip = Scelta delle viste DropDown_66F76358_733D_5B76_41BF_688AC534EF5F.toolTip = Scelta delle viste DropDown_C6BBCF32_CD62_C4A0_41E5_FF1986EE60A2.toolTip = Scelta delle viste IconButton_02026E25_13F3_F2EB_41AF_C9FE82FE5F04.toolTip = Comune Acquarossa IconButton_02F1F4A8_13EE_97FA_418F_377E9E51D86A.toolTip = Comune Blenio IconButton_03ED2048_13F3_8EB9_4174_4FF0204DD38B.toolTip = Comune Serravalle IconButton_1C237657_0B86_3E00_4182_BD48EC0EF5FD.toolTip = Riprendi l'avanzamento automatico (Play) IconButton_209C5E00_3F9C_FA61_41B0_A548D4379524.toolTip = Dettaglio IconButton_86768A7D_959A_D56B_41CC_F3DFFA46FA91.toolTip = Milizia napoleonica IconButton_8679FFC1_95AA_4B9B_41B5_EAF348A95F09.toolTip = Dettaglio IconButton_8F9FF57E_95A7_FF69_41C1_7A12BE6C65C7.toolTip = Dettaglio ## Media ### Title album_882C6505_85AC_DAAA_41D0_A4EA5116B3AD.label = Sommascona album_882C6505_85AC_DAAA_41D0_A4EA5116B3AD_0.label = Blenio-Sommascona album_8887FCE8_85AD_4B7B_419B_0610C0A47919.label = Sommascona - oratorio (esterno) album_8887FCE8_85AD_4B7B_419B_0610C0A47919_0.label = Blenio-Sommascona-Chiesa album_88A4EC97_85AD_4BD5_41DC_F9C11042F7F4.label = Torre album_88A4EC97_85AD_4BD5_41DC_F9C11042F7F4_0.label = Blenio-Torre album_88F25EB1_8563_47EA_41B3_8305840DD606.label = Aquila - chiesa parr. (esterno) album_88F25EB1_8563_47EA_41B3_8305840DD606_0.label = Blenio-Aquila-parr album_89041CE0_85A4_CB6A_41D7_0152787B63A9.label = Campra: centro nordico album_89041CE0_85A4_CB6A_41D7_0152787B63A9_0.label = Blenio-Campra album_8912413B_855D_DADE_41CB_02FAC292A496.label = Campo-Blenio - chiesa parr. (esterno) album_8912413B_855D_DADE_41CB_02FAC292A496_0.label = Blenio-Campo-Blenio_parr album_891BC07D_8565_3B5A_41D6_3E97D41CE8C3.label = Diga del Luzzone (foto) album_891BC07D_8565_3B5A_41D6_3E97D41CE8C3_0.label = Blenio_Luzzone album_891C6F69_85A5_C57A_41DB_35BA0BAA1763.label = Dangio - vecchio nucleo album_891C6F69_85A5_C57A_41DB_35BA0BAA1763_0.label = Blenio-Dangio-Casa album_8930F2E4_85A3_7F6B_41D0_8DCAE147372B.label = Grumo - case album_8930F2E4_85A3_7F6B_41D0_8DCAE147372B_0.label = Blenio-Grumo casa riattata album_8930F2E4_85A3_7F6B_41D0_8DCAE147372B_1.label = Blenio-Grumo casa album_89326991_85AC_CDAA_41A8_B3CC6229F06E.label = Olivone - Museo (esterno) album_89326991_85AC_CDAA_41A8_B3CC6229F06E_0.label = Blenio-Olivone-Museo album_89396095_85AF_FBAA_41B3_C5BA5888B17C.label = Scorci di Olivone album_89396095_85AF_FBAA_41B3_C5BA5888B17C_0.label = Blenio-Olivone - Casa mista album_89396095_85AF_FBAA_41B3_C5BA5888B17C_1.label = Blenio-Olivone Casa comunale album_89396095_85AF_FBAA_41B3_C5BA5888B17C_2.label = Blenio-Olivone casa album_893C498C_85AD_4DBA_41D2_BC7748FD08C4.label = Olivone - chiesa parr. (esterno) album_893C498C_85AD_4DBA_41D2_BC7748FD08C4_0.label = Blenio-Olivone-Chiesa album_893D67EE_8567_4576_41CE_81EFF88D7FFF.label = Lucomagno - Madonna album_893D67EE_8567_4576_41CE_81EFF88D7FFF_0.label = Blenio_Lucomagno-Madonna album_8943C8CD_85A3_CBBA_41A9_CF813ED783A0.label = Grumo album_8943C8CD_85A3_CBBA_41A9_CF813ED783A0_0.label = Blenio-Grumo album_894AB885_85A5_4BAA_41D5_9E22C7664967.label = Dötra-grotto album_894AB885_85A5_4BAA_41D5_9E22C7664967_0.label = Blenio-Dötra-Grotto album_895A9AD9_85AC_CF5A_41B3_AA2419C97BD4.label = Torre - chiesa parr. (esterno) album_895A9AD9_85AC_CF5A_41B3_AA2419C97BD4_0.label = Blenio-Torre-chiesa album_89663794_85A3_45AB_418E_20334B53D4A6.label = Torre - Villa Antognini (esterno) album_89663794_85A3_45AB_418E_20334B53D4A6_0.label = Blenio-Torre-Villa Antognini album_8967B508_85AD_DABA_41CD_A72DBAB32FB0.label = Olivone album_8967B508_85AD_DABA_41CD_A72DBAB32FB0_0.label = Blenio-Olivone album_89A19160_855D_3D6B_41D8_2878FE6CBF5C.label = Campo-Blenio album_89A19160_855D_3D6B_41D8_2878FE6CBF5C_0.label = Blenio-Campo-Blenio album_89BE7673_8563_C76E_41CB_2C206AB6E545.label = Aquila album_89BE7673_8563_C76E_41CB_2C206AB6E545_0.label = Blenio-Aquila album_89D8840C_8563_5ABA_41E0_4CA01F0B4066.label = Aquila - ponte romano album_89D8840C_8563_5ABA_41E0_4CA01F0B4066_0.label = Blenio-Aquila-ponte romano album_89EE75DD_85A3_455A_41D8_05391A93DE16.label = Ghirone - chiesa parr. (esterno) album_89EE75DD_85A3_455A_41D8_05391A93DE16_0.label = Blenio-Ghirone-chiesa album_89EFD4E0_85A5_3B6A_41DA_94671095C337.label = Dangio - chiesa parr. (esterno) album_89EFD4E0_85A5_3B6A_41DA_94671095C337_0.label = Blenio-Dangio-chiesa album_93841149_8B22_AB4F_41D3_7A83660BF869.label = Cima Norma album_93841149_8B22_AB4F_41D3_7A83660BF869_0.label = Blenio-Torre-Cima Norma3 album_997D70F7_8AE2_E943_41CC_1BA81A06FBBF.label = Dangio album_9A032187_8A56_C5C8_41D0_DA340018A62B.label = Campo Blenio piste album_9A032187_8A56_C5C8_41D0_DA340018A62B_0.label = Blenio-Campo Blenio inverno album_9A2F8267_8A57_4748_41AA_2821E5200E7A.label = Ghirone album_9A2F8267_8A57_4748_41AA_2821E5200E7A_0.label = Blenio-Ghirone1 album_9A39CF20_8A55_3EC8_41DB_555BC6651A5B.label = Acquacalda-centro Pro Natura album_9A39CF20_8A55_3EC8_41DB_555BC6651A5B_0.label = Blenio-Acquacalda album_9AA244F5_8A55_4348_417D_E40F4809671D.label = Camperio album_9AA244F5_8A55_4348_417D_E40F4809671D_0.label = Blenio-Camperio album_9AD2CF56_8A57_3D48_41CC_5625F4568AB9.label = Dötra album_9AD2CF56_8A57_3D48_41CC_5625F4568AB9_0.label = Blenio-Dötra map_32B2726D_3F06_5A9D_41BD_9E6437696220.label = Blenio-Torre-Grumo map_3361C41F_3F06_5EBE_41C6_23B6E6B1A989.label = Blenio-Torre map_33623AB4_3F06_4B83_41B1_250BA87F2D9E.label = Zona Campo map_336388C2_3F06_5786_41B3_89E79C1C5C51.label = Blenio-Olivone map_33638DD2_3F06_4986_41A5_C045C6E3A614.label = Zona Lucomagno map_3363D784_3F06_5982_41C2_FABD3B20F94A.label = Blenio-Aquila map_3363DFB4_3F06_4982_41B5_6AC2DB407A4C.label = Zona Gorda map_3363E5EF_3F06_599D_41CE_C4985ADFE276.label = Blenio-Dangio panorama_941AC1E8_8F11_D37A_41D7_B0C3D0CD9A3D.label = Somascona - oratorio panorama_944115CA_8F31_73BE_41D2_266CAB6AB548.label = Diga del Luzzone panorama_945CCF54_8F2F_70AA_41D4_C174E7C26CFD.label = Passo e zona del Lucomagno panorama_94601A34_8F13_B0EA_41DE_B9AF206613BC.label = Dangio - chiesa parrocchiale panorama_9461A162_8F11_736E_41C2_04B7836043FB.label = Olivone - museo panorama_946B2AC5_8F10_B1AA_41E0_A186B43BED7E.label = Zona Gorda panorama_946EB898_8F11_51DA_41DF_87D7B2767617.label = Aquila - chiesa parrocchiale panorama_9473D452_8F10_B0AE_41C5_3CFBE76F3267.label = Torre - chiesa parrocchiale panorama_9476D18C_8F31_B3BB_41DC_727114A2DC39.label = Campo-Blenio - chiesa parrocchiale panorama_947A1DF2_8F10_D36F_41DA_35451C8C22C7.label = Torre - Villa Antognini panorama_947B09CF_8F33_53B6_41A7_379A684AE02A.label = Ghirone-chiesa parrocchiale panorama_947B73BA_8F33_F7DF_41CC_36DF3E11D7CF.label = Blenio - SopraSosto panorama_94839099_8F10_D1DA_41D9_B3EBCC23A63F.label = Olivone - Chiesa parrocchiale panorama_949564EB_8F30_D17E_41E1_B27236464896.label = Blenio - SottoSosto photo_99369D94_8C28_2F1B_41BB_1D4095944366.label = Blenio-Dangio-2 photo_99369D94_8C28_2F1B_41BB_1D4095944366.label = Blenio-Dangio-2 photo_9AD83DA9_8A4F_DDD8_41B5_04F8B309CE82.label = Blenio-Olivone - emigrazione 2 photo_9AD83DA9_8A4F_DDD8_41B5_04F8B309CE82.label = Blenio-Olivone - emigrazione 2 photo_9AD8DFF5_8A4F_DD48_41D5_88B041D3CF55.label = Blenio-Olivone - Paco giochi photo_9AD8DFF5_8A4F_DD48_41D5_88B041D3CF55.label = Blenio-Olivone - Paco giochi photo_9BCA8B46_8A4F_C548_41C9_805624935FED.label = Blenio-Olivone - emigrazione 1 photo_9BCA8B46_8A4F_C548_41C9_805624935FED.label = Blenio-Olivone - emigrazione 1 video_94489C7A_9941_92AC_41C3_6DDC2BFDDC9A.label = Aquila-Milizia-Sergio Fontana - con sottotitoli ## Popup ### Title window_83D9114B_95FA_54AF_41D5_3FA947A59FE9.title = Titolo ## Hotspot ### Tooltip HotspotMapOverlayArea_298D7E48_3F9C_7AE1_41C8_4F1AEB03752E.toolTip = Campra - centro nordico HotspotMapOverlayArea_29D7686D_3F9F_86A0_41BF_49B330D96679.toolTip = Camperio HotspotMapOverlayArea_29F091F7_3F9C_89A0_41CD_424163497BFC.toolTip = Dötra HotspotMapOverlayArea_2A3D767D_3F94_8AA3_41B5_CA3765408F4A.toolTip = Passo del Lucomagno HotspotMapOverlayArea_2A491086_3F93_8660_41B9_3E6767A34EBF.toolTip = Acquacalda HotspotMapOverlayArea_2A79DA5E_3F8F_9AE0_41C3_7CA7BB03CB03.toolTip = Ghirone HotspotMapOverlayArea_2A83987C_3FBC_86A0_41B9_8DD796B75A99.toolTip = Piste invernali HotspotMapOverlayArea_2B3BEBB3_3FB5_99A7_41C1_CEA8AD64B051.toolTip = Diga Luzzone HotspotMapOverlayArea_2BDEC271_3FBC_8AA3_41C3_01E02D7BA847.toolTip = Chiesa parrocchiale HotspotMapOverlayArea_2C2F9C97_3FB5_9E6F_4186_C2E4BCC624F1.toolTip = Scorci di Olivone HotspotMapOverlayArea_2C3D3F49_3FB5_9AE0_41B0_D9C618A6059B.toolTip = Sommascona HotspotMapOverlayArea_2CD748D9_3FB5_87E0_41B3_97AAFEAA0E3E.toolTip = Museo HotspotMapOverlayArea_2CE09E2C_3F8D_9AA0_41AB_DA3DA3B5441D.toolTip = Chiesa parrocchiale HotspotMapOverlayArea_2D7B5AF4_3F94_7BA0_41AA_2951909639F0.toolTip = Ponte romano HotspotMapOverlayArea_2E807AD6_3F94_9BE1_41C9_1CAF88509617.toolTip = Chiesa parrocchiale HotspotMapOverlayArea_2ECCD0CF_3F93_87FF_41B7_AA6F1EB8DC5B.toolTip = Vecchio nucleo HotspotMapOverlayArea_2F4BDED6_3F9C_7BE0_41BC_A1268BF95061.toolTip = Chiesa parrocchiale HotspotMapOverlayArea_2F9D5F4E_3F9C_9AE0_41CB_A895136F52CA.toolTip = Grumo HotspotMapOverlayArea_300CA040_3F8C_86E0_418F_499D8346F858.toolTip = Torre HotspotMapOverlayArea_30566054_3F95_86E1_41BB_3C712B8E4DE9.toolTip = Cima Norma HotspotMapOverlayArea_307E1597_3F95_8E60_41C8_1EB7F4C46CDC.toolTip = Villa Lina HotspotMapOverlayArea_312D8982_3F93_8660_41C2_9D4717238B46.toolTip = Chiesa parrocchiale HotspotMapOverlayArea_32177A28_3F8F_9AA0_41C5_3810E8202079.toolTip = Grumo: case HotspotPanoramaOverlayArea_860E333E_9940_96A7_41B2_F7684B59BFE6.toolTip = Olivone HotspotPanoramaOverlayArea_864BF07A_9940_72AC_41D9_65C1DF55A534.toolTip = Lucomagno HotspotPanoramaOverlayArea_871CB369_9943_F6AC_41E0_47AD3C8F3895.toolTip = Diga del Luzzone HotspotPanoramaOverlayArea_B83A3FCF_9941_8DE4_41D0_0ABA323B0585.toolTip = Grumo HotspotPanoramaOverlayArea_B841C5DD_9AC3_BDE5_41DF_C7E09AFE42CB.toolTip = Blenio - Sotto Sosto HotspotPanoramaOverlayArea_B8539DE0_9941_8DDC_41BA_3D6AE087AE48.toolTip = Torre HotspotPanoramaOverlayArea_B86628C2_9941_93DC_41D1_DB5B937C2FD5.toolTip = Dangio HotspotPanoramaOverlayArea_B8821379_9941_96AC_41A2_CD236D00A846.toolTip = Aquila HotspotPanoramaOverlayArea_B8DAF281_9943_965C_4187_C32764E92EF8.toolTip = Sommascona HotspotPanoramaOverlayArea_B8FFC94B_9940_72ED_41C0_35BB561E69FA.toolTip = Blenio - Sopra Sosto HotspotPanoramaOverlayArea_B9C55A41_9940_96DD_41C3_07E3C1370DC8.toolTip = Campo Blenio HotspotPanoramaOverlayArea_B9F7977D_9940_9EA4_41E3_1B63D0080119.toolTip = Ghirone ## Action ### URL LinkBehaviour_08649A70_1412_936A_417C_81831634F742.source = http://valblenio.altervista.org/Serravalle LinkBehaviour_0864BA70_1412_936A_4180_40D8A39F96DE.source = http://valblenio.altervista.org/Acquarossa